Marilyn Monroe, di Gian Maria Madella


Recensione:

In una calda e afosa notte dell'agosto 1962 Marilyn Monroe, una delle attrici più famose del mondo muore.
Dicono si tratti di suicidio, eppure il sergente Clemmons accorso a casa dell'attrice subito dopo aver ricevuto una telefonata da un certo dottor Greeson, psichiatra della donna, non ne è convinto.
Per anni infatti sosterrà che in quel suicidio ci fosse qualcosa di strano.

Ma chi era Marilyn Monroe? Il suo vero nome era Norma Jean Baker o Mortensen, perché a quanto pare la madre, donna leggera, ignorante e purtroppo psico labile non era sicura della paternità.
Ed è proprio la malattia mentale della madre, motivo per cui verrà rinchiusa a vita in una clinica, a perseguitare per tutta la vita l'attrice più desiderata d'America. 

Marilyn Monroe ebbe decisamente una vita turbolenta, tanto che per darle una regolata, una delle sue tante famiglie affidatarie la convinse a sposarsi. Il matrimonio durò poco , la ragazza era vivace, a causa del suo fisico prorompente gli uomini non scarseggiavano, ma la mancanza di un padre e la malattia della madre erano sempre in agguato spingendo la ragazza a compiere scelte sbagliate e discutibili.

Grazie al suo fisico intraprese la carriera di fotomodella, cominciando a però a puntare più in alto: in fin dei conti abitava a Los Angeles, perchè non sperare in qualcosa di meglio? E il meglio arrivò grazie anche alla sua testardaggine, perché Marilyn era anche questo, testarda e capace di assorbire i colpi che la vita le riservava. Peccato però che adorasse tanto anche la vodka: l'alcool infatti farà sempre parte della sua vita, sarà infatti la sua compagna fedele ogni qual volta un uomo le spezzerà il cuore, e di uomini che lo hanno fatto ce ne sono stati parecchi: Joe di Maggio e Arthur Miller che sposerà, Yves Montand, con cui avrà una breve storia e che la farà soffrire tantissimo, Frank Sinatra e i fratelli Kennedy: John, uno dei presidenti più amati d'America e Robert, l'allora Ministro della Giustizia.
Ed è forse legata ai due fratelli Kennedy la sua morte. forse frequentandoli ha sentito o visto qualcosa che non doveva, forse il suo carattere vivace l'avrà spinta  a minacciare uno degli uomini più potenti del mondo e il fatto che dipendesse dai tranquillanti per curare le sue numerose nevrosi lo ha aiutato a sbarazzarsi dell'amante scomoda. Oppure è stata la CIA, l'FBI, la criminalità organizzata, la mafia...

L'autore di questo libro ha ricostruito magistralmente la sua vita, il mondo che la circondava, il periodo storico in cui è vissuta. Ha dato ampio spazio ai suoi dolori (e ce ne sono stati davvero tanti), alle amicizie sincere e ai suoi amori.
Molto interessante è il capitolo dedicato alla famiglia Kennedy e al loro mito (che su di me ha esercitato sempre un certo fascino), al loro carattere e alle loro ambizioni.
Se fosse vero che la morte di Marilyn è legata ai fratelli Kennedy non è poi servita a molto. John F. Kennedy morirà assassinato il 22 novembre del 1963 in circostanze ancora poco chiare (chissà, forse se si chiarisse la morte del presidente anche quella di Marilyn potrebbe trovare una spiegazione) e suo fratello nel 1968. Ma questa è un'altra storia.

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