Ludus in fabula, di Danila Comastri Montanari


Titolo: Ludus in fabula
Autrice: Danila Comastri Montanari
Editore: Mondadori
Data di pubblicazione: 31 ottobre 2017
Pagine: 262, rilegato
Costo: Cartaceo € 19,00 eBook € 9,99

Descrizione:

Una misteriosa caccia al tesoro appassiona l'intera Roma. Ma all'improvviso l'innocuo passatempo si trasforma in un gioco di morte. Riuscirà Publio Aurelio Stazio a risolvere il fatale enigma?

È appena sorta l'alba quando Pomponia si precipita alla statua di Cornelia nel Portico di Ottavia alla ricerca dell'ultimo indizio della caccia al tesoro che sta appassionando l'intera città di Roma. Ma stavolta ad attenderla non c'è un indovinello o un disegno misterioso, bensì un indizio orribilmente macabro, davanti al quale la brava matrona stramazza al suolo. Poco dopo corre a bussare alla porta del suo migliore amico, il senatore Publio Aurelio Stazio, per chiedergli aiuto. Intanto un'umanità varia e composita si sta scatenando dietro agli indizi: un ragazzo acuto ma pasticcione, un noto campione di trigono, una donna affascinante dal carattere impossibile, i giovinastri della banda di quartiere che imperversa alla Suburra, un ambiguo segnapunti, tre popolane in cerca della maniera per sbarcare il lunario e uno strano forestiero che assomiglia in modo impressionante al senatore. Ma mentre Aurelio si dedica a far luce sugli enigmi – spalleggiato da valenti collaboratori quali l'astuto liberto Castore, il fido amministratore Paride e l'anatomopatologo Ipparco, precursore dei moderni medici legali  lo sconosciuto ideatore della caccia al tesoro alza la posta e comincia a lasciare come traccia i cadaveri delle sue vittime: quello che era parso a tutti un innocuo passatempo si è trasformato in un gioco di morte, e in palio forse non c'è un immenso tesoro, ma la vita stessa dei concorrenti.


Recensione:

"Lacus, lucus, ludus, lupus...lago, bosco, gioco, lupo, ripetè sconcertato. A ogni cambio di lettera una nuova parola, nuovi significati, nuovi indizi, nuove tracce: lupus in fabula, ludus in fabula, si trova a recitare tra sé il patrizio..."

Uno strano gioco coinvolge gli abitanti di Roma. Una specie di caccia al tesoro sta impegnando da giorni i Romani: si devono trovare indizi misteriosi disseminati in vari angoli della città posti in modo tale da dirigere i concorrenti in altri luoghi da esplorare.
Il gioco però si trasforma presto in qualcosa di macabro: Pomponia, ricca matrona romana trova, presso una statua, una mano mozzata e successivamente due giovinetti vengono uccisi e i loro corpi utilizzati come indizi per la caccia al tesoro.
E chi indaga per far luce su questi misteri? Proprio lui, il senatore Publio Aurelio Stazio, personaggio nato dalla felice penna di Danila Comastri Montanari.

I libri che ho letto di questa serie mi sono piaciuti tutti e anche questo non mi ha deluso. Il giallo e ben costruito. Numerosi sono gli indizi disseminati e i personaggi principali sono delineati con precisione. 
Publio Aurelio Stazio è un uomo notevole: affascinante e intelligente, appartiene ad una delle famiglie più illustri di Roma, è un senatore romano e ama trascorrere il suo tempo investigando sui casi di omicidio che attirano la sua attenzione, dato che partecipare alle riunioni in curia lo annoia parecchio. Lo aiutano il fedele (o quasi) Castore suo segretario particolare di origine greca, bugiardo e ladro incallito, ma con conoscenze utili per la soluzione dei casi. Castore non capisce come mai il suo padrone bello e ricco, invece di godersi la vita perde tempo a cacciare il suo bel nasino nei fatti altrui rischiando spesso di farsi male. Un'altra aiutante non meno importante è Pomponia, ricca e imponente matrona romana che conosce tutti i pettegolezzi e gli alberi genealogici dell'Urbe.
Anche gli antagonisti di Stazio, i senatori difensori della falsa moralità di Roma, sono ben descritti e direi anche presi in giro a dovere dall'autrice: posso affermare che la Comastri è divertente e che  analizza e ridicolizza con sottile ironia i loro peccati e le loro debolezze. Altre vittime della sua ironia sono  le matrone romane, capaci di perdere la testa per avvenenti schiavi traci tentando di apparire più giovani con il trucco o più alte indossando scarpe scomodissime, oppure i costumi di una Roma corrotta con strade poco sicure e bande di ladri pronti a tutto per ottenere le stesse prerogative dei nobili romani.

Lo stile della scrittrice è ricco di similitudini: la vita, le fatiche , gli affanni dei personaggi vengono spesso paragonati alle tribolazioni degli dei o degli antichi eroi, permettendomi così un veloce ripasso della mitologia antica; è un libro se vogliamo, anche intrigante perché fino alla fine non sono riuscita a capire chi fosse il colpevole, forse sviata dai tanti indizi e personaggi che la Comastri ha inserito nel racconto. Il libro mi ha tenuto parecchio con il fiato sospeso ed è questo il motivo per cui mi sento di dire che è un bel giallo. Alla fine poi, oltre alla soluzione del caso, per Publio Aurelio Stazio ci sarà anche una bella sorpresa, ma non voglio parlarne per non spoilerare troppo.

La competenza dell'autrice sulla storia e i costumi di Roma è enorme ed è probabilmente il motivo per cui leggo sempre volentieri i suoi libri.


Commenti

  1. Laura dev'essere proprio interessante questo libro che hai recensito. Non sono un'amante dei gialli quanto piuttosto mi affascina la vita quotidiana ai tempi dell'antica Roma. E mi pare che qui di materiale ce ne sia!
    Un abbraccio e buon inizio di Giugno
    Susanna

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  2. ti sento sempre parlare bene di questi libri, ne sono felice.

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