Il canto dell'elefante di Wilbur Smith



Descrizione

Vibrante e solenne come una preghiera, il canto dell'elefante risuona da millenni nelle distese africane, sospeso tra l'azzurro assoluto del cielo e la cupola delle foreste pluviali. Daniel Armstrong è cresciuto ascoltando quel canto e ha tentato di svelarne il mistero nei suoi documentari, vere dichiarazioni d'amore per una terra sensuale e selvaggia. Poi ha visto arrivare individui spietati che hanno cominciato a torturare la sua terra, squarciandone il petto in nome del dio denaro. Ora la vera Africa chiama a raccolta le forze oscure che la popolano ed eleva di nuovo il suo canto, un canto che diventa grido di ribellione e vendetta, l'urlo di un popolo intero e della terra che lo ha generato.

Recensione

Daniel Armstrong conosce molto bene l'Africa, ci è nato, vissuto per anni e ne è diventato il portavoce per quanto riguarda la difesa del suo equilibrio ecologico. Ne ha parlato a lungo nei suoi libri e nei suoi documentari, ama la sua terra selvaggia e insieme a Johnny Nzou, un suo caro amico, cerca di proteggere il parco nazionale di Chiwewe e suoi elefanti. All'ombra del parco però, uomini avidi e privi di coscienza si stanno dando da fare per impadronirsi di quanto più prezioso possa offrire un elefante: l'avorio, e di un vasto territorio per sfruttarne le enormi ricchezze: il legname prezioso e il platino. Per questo Daniel, dopo aver perso il suo migliore amico ucciso insieme alla sua famiglia, si ritroverà implicato in intrighi e pericoli a non finire. L'Africa allora si svela in tutta la sua magnificenza e pericolosità 
Non ci sono solo gli animali a rendere precaria la vita dell'uomo sulle rive dei fiumi o nelle enormi foreste equatoriali, ma anche uomini e donne avidi disposti a tutto per il proprio interesse.
E' un libro interessante: Smith è un ottimo conoscitore del continente africano. Bellissime sono le descrizioni della natura selvaggia, sembra quasi di poter toccare con le proprie mani i fiori, gli animali, di nuotare nei fiumi o di sentire sulla propria pelle l'acqua delle piogge equatoriali per quanto è tanta la sua bravura nell'evocarle. Si percepisce la sua preparazione storica e geografica, da' un quadro perfetto delle lotte politiche intestine e dei gravi problemi che ogni stato del continente ha dovuto affrontare nei secoli, dell'incapacità di altri di sfruttare le proprie risorse a vantaggio delle popolazioni e soprattutto delle lotte tribali, che spesso contribuiscono all'instabilità di una nazione consegnandola nelle mani di avidi imprenditori stranieri che per il proprio interesse economico uccidono animali portando sull'orlo dell'estinzione numerose specie, sfruttano le risorse avvelenando fiumi e tagliano immense foreste alterando il clima e le precipitazioni favorendo così la desertificazione di immense aree del continente.
In tutto questo Daniel Armstrong rappresenta una sorta di speranza di salvezza. E' il giornalista, lo studioso che con le sue riprese e i suoi libri dovrà dare un'idea precisa di quello che accade in questo continente al mondo intero. Partendo dagli elefanti e dal loro meraviglioso canto correrà pericoli indescrivibili per aiutare il continente in cui è nato e difendere ciò in cui crede.

Il branco si affollava intorno a loro per partecipare al banchetto. Le lunghe proboscidi serpentine si torcevano e oscillavano, i macelli finivano nelle gole, e si sentiva un suono sommesso che sembrava riverberare nelle grandi masse grigie. Era un rombo dai molti toni, inframmezzato da squittii gorgoglianti appena udibili per l'orecchio umano, Era uno strano coro di soddisfazione, cui partecipavano anche gli animali più giovani: un suono che sembrava esprimere la gioia della vita e confermare il legame profondo che univa tutti i membri del branco.
Era il canto degli elefanti.

La storia di Daniel si snoda tra traffici illeciti non solo dell'avorio, ma anche di uomini sfruttati nei campi di lavoro, elefanti uccisi nelle zone sacre delle foreste dove la superstizione affonda le sue radici dalla notte dei tempi, incontri amorosi e diplomatici corrotti.
Tra finzione e realtà è una vicenda incalzante, un libro notevole, ma deve essere letto da chi ha uno stomaco forte perché purtroppo, e questa è la caratteristica che meno mi piace dei libri di Smith, c'è tanta violenza descritta nei minimi particolari e che mi ha impedito per anni di leggere qualcosa di suo, dopo aver divorato molte delle sue opere più importanti tra i 20 e i 25 anni!

Poi l'elefante emise un suono, un rombo sommesso nel profondo del ventre, un suono palpitante nella gola. Era il canto degli elefanti. Il maschio cantava nella foresta per scoprire se quello di cui sentiva la presenza era un altro elefante oppure un nemico mortale.




Commenti

  1. ho letto qualche libro di Smith in passato, non sono la sua fan numero uno ma è vero che è un grande conoscitore di questa terra e ogni tanto mi fa piacere leggerlo

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    1. Io adoro le sue descrizioni. Un po' meno le scene di violenza però.

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