Un albero al contrario di Elisa Luvarà
Descrizione
Quando varca la soglia della comunità, Ginevra ha solo due grossi sacchi neri. Dentro c’è tutta la sua vita di undicenne: giocattoli, vestiti e quaderni accumulati in anni passati tra istituti e famiglie affidatarie, in cerca di un posto da chiamare “casa”. Adesso non sa cosa aspettarsi: e se i bambini e gli educatori fossero cattivi come li immagina nei suoi incubi? O, peggio, se la mandassero via ancora una volta? Per fortuna, quel mondo bizzarro è pronto a stupirla: c’è la signora Tilde, che le prepara grandi tazze di cioccolata calda; c’è Verde, la compagna di stanza, chiamata così perché ha i capelli tinti di color asparago; c’è Bao Kim che non sa parlare bene, ma ha sempre voglia di ridere e giocare. E poi c’è Agape, bello come una creatura marina, che le stringe la mano ogni volta che ne ha bisogno, facendole provare qualcosa di nuovo e speciale. Con loro Ginevra sente di non essere sola: in comunità tutti hanno storie dure alle spalle, ma insieme si fanno coraggio, e quando si ritrovano intorno al tavolo sanno che è a questo, in fondo, che serve una famiglia. Un romanzo toccante e vitale, che insegna a sperare e a non lasciarsi abbattere. Perché anche senza radici si può trovare la forza per crescere.
Recensione
La protagonista di questo romanzo è Ginevra, una bambina sola, affidata ad una famiglia che non la vuole più e che è costretta a trasferirsi in una comunità. Ha paura, paura della nuova vita che l'aspetta, dei bambini che incontrerà, ma stranamente quando entra nella sua nuova casa prova sollievo, come se si fosse tolta un peso enorme.
Ginevra non è una bambina adottabile, i suoi genitori, che sente e vede regolarmente non hanno nessuna intenzione di rinunciare a lei, pertanto deve rimanere in comunità fino a quando non troveranno una nuova famiglia che si possa prendere cura di lei, si troverà però così bene in comunità da non voler più andare via e da non riuscire ad accettare il distacco dagli altri bambini che verranno dati in affido.
L'albero al contrario del titolo è lei, perché sente di non avere radici, di non appartenere a nessuno e con molte difficoltà accetterà poi di andarsene dalla comunità perché non si è mai sentita amata così tanto che da quando è arrivata in quella casa e ha conosciuto Tilda, la direttrice e i suoi amici Verde, Agape e i bimbi più piccoli.
La vicenda di Ginevra è complicata, ma la scrittrice ce la presenta in modo preciso, volto a rendere in pieno la reale condizione psicologica della bambina, i suoi pensieri più intimi e profondi, il suo desiderio di amare ed essere amata. Spesso il racconto è lento, forse per aiutare il lettore a conoscere e comprendere a fondo Ginevra, i suoi sentimenti, le sue paure e soprattutto le sue aspettative, ma non per questo il libro è meno bello.
La scrittrice ha vissuto in prima persona l'esperienza di Ginevra ed è forse proprio questo a rendere il libro speciale ricordando a tutti noi che purtroppo ci sono tanti alberi al contrario che aspettano di trovare famiglie amorevoli che si occupino di loro.
Ne so qualcosa. CI ho vissuto ed anch'io non sarei andata più via. Finalmente una casa...Ora ne ho una mia. Sicuramente lo leggerò. Grazie!
RispondiEliminaSpero ti piaccia. Buona lettura.
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