Natura morta in riva al mare di Jean Lui Bannalec
Titolo: Natura morta in riva al mare
Autore: Jean Luc Bannalec
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 6 maggio 2014
Pagine: 303
Costo: cartaceo € 9,90 eBook €6,99
Descrizione:
C'è una cosa che il commissario Dupin detesta più di ogni altra: essere disturbato mentre beve il caffè. Da qualche tempo - cioè da quando è stato trasferito dalla capitale in Bretagna, in seguito a "certe controversie" associa quel rito mattutino alla lettura dei quotidiani locali: fonti preziose per studiare l'animo bretone e i costumi insoliti di quella gente ai confini del mondo (e della civiltà, per i suoi standard di parigino fino al midollo). Ma è proprio mentre si gode una generosa dose di caffeina che il più zelante dei suoi ispettori lo disturba per comunicargli una notizia che ha dell'inaudito: un omicidio a Pont-Aven, il pittoresco borgo di pescatori che sta per riempirsi di villeggianti in quell'estate insolitamente calda. E la vittima è nientemeno che Pierre-Louis Pennec, novantunenne proprietario del mitico Hotel Central, segnalato su tutte le guide come luogo di soggiorno di celebri artisti, tra cui Paul Gauguin. Il commissario Dupin dovrà districarsi tra le pressioni delle autorità locali, che temono di veder compromessa la stagione turistica, e l'ostinato silenzio degli autoctoni, seguendo una pista che sembra condurre proprio a una tela del famoso pittore.
Recensione:
In Bretagna, regione bellissima della Francia, c'e un luogo dove un tempo soggiornarono numerosi artisti francesi. Camminando per le strade si poteva incontrare tranquillamente Charles Laval, Emile Bernard e Paul Gaugin, ed è proprio l'ultimo il personaggio più importante del libro.
Un suo quadro di cui nessuno conosceva l'esistenza è la causa di un efferato delitto di cui si deve occupare il commissario Dupin.
Dupin è un tipo piuttosto burbero, ama molto il caffè di cui ne fa un uso eccessivo, detesta avere a che fare con le gerarchie, è spesso privo di tatto con le persone e non ama le chiacchiere inutili, in pratica è totalmente privo di diplomazia.
Ha un modo molto originale di prendere appunti su quaderni di piccole dimensioni rossi Clairefontaine (perché il rosso si vede facilmente se il taccuino viene lasciato in mezzo ad una pila di carte sopra la sua scrivania) con Bic nere economiche che perde sistematicamente e ha la mania di sbarrare la scena del delitto per tanto tempo, anche dopo che la polizia scientifica ha finito con i rilievi. I suoi metodi di indagine sono poco ortodossi, ma grazie al suo intuito arriva comunque alla soluzione del caso.
E' un bel giallo costruito nei minimi dettagli, i personaggi sono ben caratterizzati, ma trovo che il vero punto di forza siano le descrizioni dei paesaggi. La Bretagna è la terra degli antichi Druidi e dei Celti, di poemi epici e bellissime leggende, dei Dolmen e dei Mehir eretti migliaia di anni fa. E' la regione delle grandi feste musicali dove si può incontrare un mondo rurale incontaminato e dove, perché no? Si può sperare di incontrare qualche fatina che danza sull'erba, per non parlare dei mulini di Pont-Aven passati alla storia grazie agli artisti che vi soggiornarono che sembrano quasi far immergere i visitatori (e nel mio caso i lettori) in un mondo di fiaba, un mondo dal tempo mutevole, argomento preferito dai Bretoni che hanno un'impressionante capacità di prevederlo, qualità che stupisce sempre il nostro commissario.
E' una lettura appassionante e piacevole. A parte qualche congiuntivo sostituito dall'indicativo che mi ha fatto storcere il naso è una lettura che consiglio vivamente, anche per la precisione dei dettagli riguardanti gli interrogatori dei sospettati, la raccolta degli indizi e le descrizioni dei caratteri dei personaggi che sono molto approfondite, di ognuno di loro infatti l'autore fornisce un quadro preciso dal punto di vista psicologico, ma soprattutto rende in maniera perfetta l'idea di quello che Dupin pensa di loro, sospettati o colleghi che siano.
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