Ho scelto questo libro incuriosita dal titolo, ho scoperto che nella versione italiana ci si è ispirati a quello che era il motto della regina Maria Stuarda di Scozia, mentre nella versione originale a dei versi di una canzone scritta da William Blake che nel libro la giovane protagonista è solita cantare suonando la chitarra. Sono anche le parole che il giovane Michael Rogers si ripete all’inizio e alla fine del libro per domandarsi quando e come la sua vita abbia preso determinate direzioni che lo hanno portato ad essere quello che è.
Per pagine e pagine la Christie ci parla di Ellie, ricca americana e di Mike, l’uomo di cui si innamora. La storia è raccontata proprio in prima persona da Mike e non sono presenti gli investigatori a cui ci ha abituato la Christie.
Mike fa parte della classe operaia, cambia spesso lavoro, ha l’aria un po’ da fannullone, ma ha la fortuna di incontrare la giovane Ellie con cui riesce a contrarre matrimonio diventando ricchissimo e esaudendo il sogno di costruirsi una bellissima casa. Il matrimonio sembra ben riuscito, ma … ma c’è come qualcosa che stride, che fa venire i brividi.
Nel racconto infatti c’è qualcosa di strano, di disturbante, vien voglia di prendere Ellie e di trascinarla via dalla casa che è stata costruita su un terreno maledetto e da Mike che è ambiguo, a mio avviso fastidioso. Nel ragazzo, mentre leggevo, mi pareva sempre di scorgere qualcosa che non andava… insomma, non mi era per niente simpatico. Eppure è così innamorato mi dicevo!
Il destino però ha in serbo delle sorprese. Il delitto avviene quasi alla fine del libro svelandoci un intrigo ben costruito, una vera sorpresa, anche se molti dei personaggi sembrano in grado fin dall’inizio di capire cosa succederà .
È un giallo atipico, diverso da quelli a cui ci ha abituato la Christie. Indaga a fondo l’animo umano dei suoi personaggi, è molto intrigante.
Ne hanno tratto anche un film dove troviamo Miss Marple, ma nel libro la nostra investigatrice non c’è.
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